Sono uno Zingaro


Sono nato nel 1961 a Ragusa Ibla, stupenda città, ma non ci ho mai vissuto. Dal '61 al '63 vivo ad Aliano (MT), di cui non ho ricordi: ero troppo piccolo. Dal '63 al '71 sono a Ortì (RC). Bei ricordi di un'infanzia felice. Dal '71 all'88 vivo in quella che posso considerare la mia prima città: Reggio Calabria. E' quì che molte cose importanti della mia vita sono accadute. Dall'88 vivo e lavoro a Torino, mia seconda città. Non chiedetemi di scegliere fra Reggio e Torino: sono legato profondamente a entrambe.

Dall'89 sono felicemente sposato con Mariella. Poi la famiglia si è allargata: nel '93 è nato Salvatore e nel '98 è nata Raffaella. La padrona di casa però è sempre stata Clio.

L'interesse per le discipline scientifiche mi ha portato a frequentare il liceo scientifico e a laurearmi in fisica. Lavoro per una grande azienda metalmeccanica (non avete indovinato: niente automobili!).

L'hobby dell'astronomia nasce con me; ricordo le sere d'estate a Ortì quando, dopo cena, facevo una passeggiata con la mia famiglia. Davo la mano a mia madre che ben volentieri mi faceva da cane per ciechi. Infatti non badavo a dove mettevo i piedi e passavo tutto il tempo ad ammirare il cielo stellato. In seguito, da boy-scout fra il '71 e l'83, ho costruito una solida esperienza di osservatore grazie alle frequenti uscite in Aspromonte, ai campi estivi e invernali, alle veglie alle stelle: indimenticabili momenti di riflessione e contemplazione.

Non ho avuto strumenti se non i miei occhi e il binocolo di mio padre, fino a quando non sono stato in grado di comprarmelo. Gli strumenti come il classico 114 newton o il rifrattore da 60 costavano uno sproposito e Reggio non brillava di fermenti per l'astrofilìa.

Il mio primo strumento è arrivato con il secondo stipendio nel'88: un 114/1000 catadiottrico che a dispetto della sua fama mi ha dato grandi soddisfazioni. Il fatto che non fosse un grande strumento mi ha aiutato moltissimo: aveva un'ottica niente male per essere un entry-level ma i possibili difetti della meccanica ce li aveva tutti: ho imparato a riconoscerli. Con questo strumento ho vissuto un periodo di astrofilìa pionieristica che di lì a qualche anno sarebbe stata un ricordo. Mi riferisco ad esempio alle foto di cielo profondo fatte inseguendo a mano, e allo sviluppo dei negativi in casa sperimentando procedure e materiali sempre più complessi (mitici il fino st33 e la tp2415 ipersensibilizzata: chi ne mastica sà di cosa parlo).

Tutto si evolve e la voglia di stare al passo con la tecnologia mi ha inevitabilmente contagiato. Ho cambiato un certo numero di telescopi, tutti in verità modesti (escluso un vixen newtoniano 100/600 che ancora oggi mi pento di aver dato via), ho cambiato le montature e i treppiedi, ma la cosa notevole è che in funzione dell'astronomia ho abbracciato l'elettronica per la quale avevo sempre nutrito un rispettoso disinteresse. Ho realizzato nell'89 la motorizzazione per il 114/1000 e di lì ho poi provveduto a farmi in casa qualunque cosa mi potesse servire per l'astronomia. A volte riuscendoci, a volte no, ma comunque mi sono divertito e oggi vorrei avere più tempo libero da dedicare a qualche progetto speciale...

Nel '90 entro a far parte del Gruppo Astrofili William Herschell. Quì ho trovato amici e stimoli a non finire, e anche se le vicende della vita non mi hanno consentito una partecipazione continuativa alla vita del gruppo, ad esso mi sono sempre sentito legato a filo doppio.

Non aggiungo altro, se non una mia foto segnaletica.


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